martedì 7 febbraio 2012

#Psicosomatico



“Laing ricordava l’alto livello di confusione raggiunto nei 15 minuti di blackout. Nella galleria del decimo piano erano presenti circa duecento persone e molte erano rimaste ferite nel fuggi fuggi verso gli ascensori e le scale. Al buio era scoppiato un gran numero di assurdi e spiacevoli litigi, fra quelli che volevano scendere ai loro appartamenti ai piani più bassi e gli inquilini dei piani alti che insistevano per scappare di sopra, verso le più fresche altitudini dell’edificio. Durante il guasto due dei venti ascensori erano stati messi fuori uso. L’aria condizionata si era spenta e una donna, rimasta chiusa fra il decimo e l’undicesimo piano, aveva avuto una crisi isterica, forse per essere stata vittima di molestie sessuali. Il ritorno della luce aveva svelato un mucchio di relazioni illecite, fiorite col favore della totale oscurità come una specie di pianta carnivora. “
                                                                                                           
                                                                                                                 Il condominio, J. G. Ballard


L’ansia: il male del secolo. Ce lo ripetono continuamente. Lo fanno i media, i vicini di casa in ascensore per riempire silenzi imbarazzanti, la gente che aspetta l’autobus e che si è stufata di spacciare notizie meteorologiche, i dottori che hanno fretta di mandarti a casa, gli impiegati delle poste con il loro proverbiale sorriso e buon umore contagioso (pugno con pollice sul naso e migliolo all’ insù) . Lo dice talmente tanta gente che se anche non fosse stato vero fino a poco tempo fa, ora l’ansia ha un codice fiscale, è concreta, reale e si tocca con mano. Esiste come esistono le fate se ci credi, insomma. E muore, a mio parere, o si attenua per lo meno, proprio nello stesso modo: dicendo ad alta voce “Io non credo nell’ansia”.
Di certo non si possono negare una serie di concause che ne determinano la forza infettiva. Pensiamo a malesseri sociali come l’individualismo, la perdita di punti di riferimento nelle istituzioni, la “fine delle grandi narrazioni” diceva Lyotard facendo riferimento all’avvento del postmoderno. E poi la scomparsa della comunità ( Tonnies), e il ritrovato neotribalismo (Maffesoli), che alla fine della storia, mica ci ha fatto sentire meno soli… appartieni a tante tribù che non ricordi più le password, e se un giorno non ci sei, nessuno nota la tua assenza. E nello spicciolo: la disoccupazione, l’amore che và, l’amore che viene, l’università e via dicendo. A conti fatti di motivi e di pensieri per essere stressati, sì, ne abbiamo a iosa. Ma è proprio questo di cui si nutre l’ansia: di pensieri. Avete mai notato che gli stupidi non ne soffrono? L’ansia è un gadget di chi pensa, ripensa e ripijate. Ma soprattutto di chi poi non riesce a sfogare.


La parola d’ordine quindi è psicosomatico. Ve l’avranno detto almeno una volta nella vita, dai! “Psicosomatico” è una tendenza di twitter -  #psicosomatico , il nome di un locale in voga fra i pischelli, un brand internazionale, un nuovo reality show, una moda insomma. Tutto si giustifica così. E io, che direttamente e indirettamente ho conosciuto l’ansia nella mia vita, come molti di voi, ho pensato di lanciarmi in questa disamina dei sintomi più simpatici con la speranza che sia di conforto per qualcuno (mal comune mezzo gaudio) riconoscerli e attribuir loro l’etichetta di #psicosomatico.



1)      Si va dai più diffusi come il respiro corto
2)  all’abbassamento di pressione e gli amici svenimenti. Assicuratevi che non sveniate in gonna, sulle scale esterne di una chiesa, al matrimonio di vostra cugina, mentre passano delle macchine e della gente a piedi, e proprio mentre  lei e lo sposo stanno uscendo per il momento del riso, come è successo a me.
3)      I problemi intestinali. Ogni esame universitario per me significava 4 azioni: trovare l’area del campus sulla cartina, trovare l’aula d’esame, trovare un bagno, sostenere l’esame.
4)      I cari amici dolori intercostali vicini vicini al cuore, che minimo pensi che ti stìa venendo un infarto. Di solito associati a
5)      Extrasistoli! Dal nome potresti confonderli con l’ultima droga in voga e invece sono contrazioni premature del muscolo cardiaco che ne alterano il ritmo dei battiti. L’effetto mi sà che è lo stesso.
6)      E non dimentichiamoci dei cugini di campagna: Herpes e/o Orzaiolo. A seconda di cosa avete scelto la prima volta. Se avete sofferto di uno dei due, in genere, vi uscirà ogni volta che siete agitati per qualcosa, e sempre nello stesso identico punto.
7)      La salivazione attenuata. Perfetta nei colloqui di lavoro.




8)      L’insonnia. Diffusissima, ve ne sono tre tipologie. Tu di che tipo sei?(stile test). Ognuno ha il suo e quello rimarrà per tutta la vita. C’è chi ha difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale) e dorme in maniera leggera e insoddisfacente. Chi si sveglia più volte nel corso della nottata (insonnia centrale). Per questa, per quanto mi riguarda, dio benedica il calcio, gli opinionisti, gli ex allenatori che stanno per andare all’Isola dei famosi, le veline, i tifosi e chiunque contribuisca a realizzare programmi di calcio a tutte le ore della notte. E poi c’è chi si sveglia molto presto  al mattino (insonnia terminale).
9) Accentuazione di fobìe e malesseri. Chi soffre di mal d’auto, claustrofobìa o agorafobìa, in genere, in periodi di particolare stress ne vede accentuati i sintomi. Momento per me indimenticabile il passaggio, all’interno dell’ Ikea a Roma, dai vani espositivi al magazzino fai da te caratterizzato da tetto altissimo, mura inesistenti (o almeno così mi è sembrato) e ARIA che, come si permettono dopo tre ore che giri seguendo il percorso tra cattivi odori e aria consumata a darti ossigeno, diamine???
10)  Il balletto della palpebra dell’occhio. Questo mi fa morire. Non è sempre visibile agli altri, ma d’improvviso inizia a ballare e prassi vuole che inizi a chiedere in giro se qualcuno lo vede. Poi al terzo no, ti rassegni e inizi a cantare per vedere se becchi la melodia che l’occhio sta seguendo.
11)  Le macchie rosse sul petto. Se il maculato non è il vostro stile, come assolutamente non è il mio, è un problema, ma tanto durano pochi minuti.
12)  Crampi allo stomaco e digestione lenta. Perfetta per noi precari. Con un’ insalata campi un giorno intero. Con un solo peperone circa cinque.
13)  Lo sfaldamento delle unghie. Nel mio caso, sempre lo stesso indice, quello della mano sinistra, mi comunica il suo disagio, in periodi di stress, sfoggiando una mutazione genetica dell’ unghia ce inizia ad assomigliare ad una cipolla.
14)  Guess star: le voci nel silenzio. Mi è capitato ( e non solo a me, giuro!) di sentire, quando sono da sola, delle voci stile “Sesto senso”. Naturalmente solo in periodi di forte stress, ed evidentemente ho creduto di essere pazza. Ho cercato di risolvere con visite dal dottore, tranquillanti vari, ma poi ho alzato il volume della tv ed è finita là.
15)  Solo a me fin’ora: Il prurito nei punti più assurdi. Di solito sotto le ascelle. Non me ne vergogno affatto perché io valgo (cit.) però si, mi capita che in momenti di ansia o di spavento mi venga questo prurito fastidioso. Mi aspetto ovviamente assalti e gente nascosta dietro l’angolo del muro per farmi spaventare e osservarmi mentre mi gratto le ascelle  -.- (sà tanto di Ratman questa cosa).

16)  Ultimo: l’attacco di panico. Mai provato di persona, per fortuna, ma mi dicono sia la paura di qualcosa di imminente, terribile e la sensazione di impotenza rispetto a ciò. Un brutto scherzo della mente. Probabilmente dargli un nome è già un passo in avanti.

E dopo la classifica dei mille volti dell’ansia, il mio unico rimedio. Provare per credere. Prima di andare a dormire prendete un pentolino e metteteci del vino rosso. Mettete sui fornelli e portate a ebollizione. Versate in una tazzina da caffè. Due cucchiaini di zucchero e via. Vino caldo zuccherato (copyright Zia Cin). Né ansia, né insonnia e riposo assicurato. Fortemente consigliato anche ai primi sintomi del mal di gola e del raffreddore in sostituzione ad aspirine e pastiglie varie.

                                                                                La vostra amichevole Zia Cin di quartiere

8 commenti:

Chiara ha detto...

Madò, mi hai ricordato l'Ikea di Roma. Io quella sensazione lì l'ho provata. E adesso infatti, all'Ikea di Roma non ci voglio più andare (In tutte le altre posizionate nel resto del mondo però si). Io mi sentivo persa, col fiato corto. Sentivo che probabilmente da lì non sarei mai più uscita, e il problema è che una cosa è sentirti intrappolata nella parte esposizione, un'altra se ti senti rinchiusa nel magazzino. Poi, per premiare me stessa, ho mangiato schifezze svedesi, ignara che un giorno la mia Svezia saresti stata anche un pò tu <3 (prima e ultima volta che sparo un cuore su questo blog)

Lapsus ha detto...

volevo dire che siamo ufficialmente telepatiche

Lapsus ha detto...

Bipolara dice anche, in un momento di rara serietà, che tutte le citazioni iniziali che metti sono fantastiche. pari fessa, ma ne frichi a tutti zì

Zia Cin ha detto...

Mi duole avvisarti che il cuore non ti è uscito :)
Ps: ma io pure ho avuto tutti e 16 i sintomi tipo nel magazzino.quel luogo con il cielo per tetto e aria in abbondanza...drammatico

Lapsus ha detto...

senti ma hai una foto del matrimonio di tua cugina?

Zia Cin ha detto...

Cara amica calabrese, (I love u Calabria innanzitutto) sono contenta di "FRICARVI A TUTTI" qualunque cosa significhi sounds good!

Zia Cin ha detto...

non del momento in cui, purtroppo. Ma i posteri ricorderanno :D

Anonimo ha detto...

un giorno a lavoro...per comprendere la mia capacità di reazione allo stress mi chiesero "ti è già venuta la dermatite?!", "soffri già di psoriasi?! noi qui ce l'abbiamo tutti"...come si può avere una macchina...psoriasi, dermatite erano il loro status symbol...a quel punto ho optato per una pelle liscia e morbida... Ross

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