“ Per me si và nella città
dolente
Per me si và ne l’eterno
dolore
Per me si và tra la
perduta gente.
Giustizia mosse il mio
altro fattore:
Fecemi la Divina Potestate
La somma sapienza e’l
primo amore.
Dinanzi a me non fur cose
create
Se non eterne, e io eterna
duro.
Lasciate ogni speranza,
voi ch’entrate.”
Dante
Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, Canto III
Luogo
di perdizione, di alienazione, buco nero, triangolo delle bermuda, purgatorio
e limbo, più che inferno… tutto questo è l’Università Italiana.
Perso
nei meandri della burocrazia universitaria, un giorno ti risvegli tutta sudata come
da un incubo nel quale cercavi con tutte le tue forze di arrivare al traguardo
di una gara senza riuscirci mai… “Cosa può significare dottore?”
Eh
si, perché il mercato del lavoro ormai è saturo; i concorsi magnati dalla fila
di gente che li ha già vinti 30 anni fa; il master era una battuta di humor
inglese, anzi no, una freddura di quelle che ti lasciano incazzato e, ahimè, non
ti abilita a lavorare (non gliel’avevamo detto al momento dell’iscrizione dottoressa?);
gli stranieri fanno i lavori che noi italiani non ci abbassiamo a fare; le
pensioni ce le hanno cancellate dalla memoria con l’aggeggio sparaflesciante di
Man in Black; i ragazzi più giovani di te hanno il first, la patente europea,
tre lauree e guidano gli aerei; e ultima notizia: mentre facevi l’università
sono state eliminate da un decreto ministeriale le mezze stagioni. Sì, proprio
così.
Ad ogni modo, chi c’è già
passato, forse può darti qualche dritta…
1)
Iscrizione
per incoscienza
No aspè, prima cosa MA DEVI PROPRIO
ISCRIVERTI ALL'UNIVERSITA'? In questo momento storico non assicura un lavoro, a
stento una cultura. E quella, in ogni caso, puoi creartela da tè. Le facoltà,
poi, sono organizzate grossolanamente da un omino che un giorno si sveglia e
inserisce sul piano di studi materie e laboratori a casaccio. Senza alcun
criterio, né un filo logico. Per non parlare della raccolta punti mulino bianco
dei cfu, o crediti universitari. Talvolta distribuiti agli studenti come premio
per chi frequenta noiosi e inutili seminari, talvolta barattati, concessi,
elargiti secondo strane dinamiche di accorpamenti, equiparazioni, concessioni,
pizzi, pozzi, roba da pazzi.
2)
Se ti sei iscritto ormai la frittata è
fatta: allora studia
Il
cazzeggio è una cosa che fa troppo ridere all’università, davvero. Se ci pensi
non ha senso, perché il cretino che paga, indovina? Sei tu. -.-
3) Non
fare zapping
Ti
sei trovato male nella prima facoltà, lo capisco. A 18 anni quasi nessuno sa cosa
vuole fare nella vita. Neanche a 25, se è per questo. Però poi cambiare again
diventa preoccupante. Intendo a livello clinico.
4) Non
fissarti con i voti, ti prego
Una
tristezza senza fine e ritegno. Amicizie che finiscono, “più che amicizie” che
iniziano (gente che si vende per gli appunti…ho visto di tutto). Una volta
laureato capirai che i voti da 25 in su servivano solo ad una cosa, a tenere
alta la media. E la media alta a cosa serviva? A conseguire il diploma di
laurea con un voto dal 105 in su. E il voto alto del diploma a cosa serviva?Ad
avere più possibilità di essere assunto in aziende o per acquisire punteggio nei
concorsi. Bene, allora tagliamo corto. Nei concorsi il vincitore è quasi sempre
il cugino del politico, quindi i punti non ti servono. Il voto nel curriculum
non lo guarda nessuno perché nelle aziende, oggi, ha un’unica importantissima
funzione: LA BARCHETTA DI CARTA.
5) Fase
laureando: gioca d’anticipo
Metti
in conto che i professori preferiscono seguirti su Twitter piuttosto che
seguirti in quanto tesista. Dovrai quindi inseguirli, braccarli, rendere loro
la vita impossibile… come stalker avrai molte più probabilità di farti dire il
fatidico Sì!!! Cercali quando ti manca la metà degli esami, sent’ammè. Dì loro
che te ne mancano tre, inventa i nomi, sorridi ed esci. Ci cascheranno, ci
cascano tutti. Questa è la tua assicurazione sulla laurea.
Nell’85%
dei casi, infatti, il primo professore ti dice di sì per poi darti buca al
secondo contatto, farfugliando a testa bassa di non averti mai conosciuto,
mentre un gallo canta tre volte.
Nel
30% dei casi, invece, il prof. ti dà buca all’altare, ossia poco prima della
laurea, dopo che per mesi ti ha detto di stare tranquillo che c’era tempo. Scappa
via, così, come se per lui non avessi mai significato niente. Getti le foto,
piangi sul letto, ma poi ti ricordi di quell’altro prof. sfigato. Come si
chiamava?...D’amore, De More, si insomma quello della materia più inutile del
mondo che nel piano di studi puoi sostituire con 10 ore di cassa alla Conad.
Beh, comunque si chiami è da lui che devi andare. La sua materia è perfetta.
Avrai la tua laurea in fretta, senza toppe e intoppi.
6)
A due passi dalla Laurea: non ti cullare
Una
volta ottenuto il Sì “a parole” non ti cullare. Non ti aspettare nessun aiuto:
imposta lo schema della tesi da solo, cerca il materiale, taglia, copia,
incolla, aggiungi, stacca, lecca, attacca…poi, quando hai già il primo capitolo,
cerca di nuovo il prof. Si nasconde, ti dà buca, si nega con timidezza la
creatura della notte, il topo da biblioteca, ma tu lo sai che è sempre lì, nel
suo studio e lo aspetterai….oh sì che lo aspetterai. Fosse l’ultima cosa che
fai!!! Perché non ti sei fatto il mazzo fino a questo punto per poi pagare
l’ennesima rata delle tasse universitarie (che tra l’altro da quando hai
iniziato è aumentata di circa 1000 euro).
Gli
fai vedere il lavoro, una firma qua e una là, un bollettino qui e uno lì
(maledette sanguisughe) ed esce uno scontrino:
COMPLIMENTI,
TI STAI LAUREANDO. PAGA LE TASSE UNIVERSITARIE CON 200 MONETE ALLA BANCA, POI
VAI IN PRIGIONE E RIMANI FERMO UN GIRO.
7) A
un passo dalla laurea: attenzione ai segretari
Ad
ogni modo ci sei, la tua cartella è in segreteria, la tua foto dell’ iscrizione
(quella brutta delli piccinni della nenne) è lì, tuo simulacro, a controllare
la situazione. Con la sciarpa intorno al collo (pure con 50 gradi all’ombra),
la frangetta spennacchiata (ma com’è che avevi la frangetta?!), gli occhi
grandi grandi pieni di speranze, lo sguardo fresco, la foto controlla che nella
cartella ci sia tutto. Ma non si sa mai. A 15 giorni dalla seduta aspettati la
proverbiale telefonata del segretario (simpaticissimo come tutti) che ti
avverte che hanno smarrito qualcosa. Ma tu prontamente, proprio perché avrai
letto questo post, avrai la tua copia (duplice) di ogni documento. Non sarà un
problema far sentire una schiappa il segretario e inviargli via posta quello
che ha smarrito.
8)
Puoi chiudere gli occhi: Dottore, dottore,
dottore del b del c.
Infine
sei dottore. La discussione è andata bene. Togliendo quel professore che
leggeva il giornale, quello che stava su fb dal cellulare, quello che si
pettinava con le chiavi sbadigliando e quella che ti guardava sorridendo perché
sognava ad occhi aperti, tutta la commissione era entusiasta del tuo lavoro e attenta durante la
discussione. Certo, magari potevi evitarti quella risposta da esaurito
secchione all’unico professore che ha dimostrato un minimo d’interesse (la mia
era: Ma lei mi sta dando della bacchettona?). Ad ogni modo è fatta. E’ andata.
I punti sono stati dati alla cazzo, come al solito, con criteri scelti da un
gruppo di vecchi saggi che vive sul monte Pter. Ma lo dimenticherai, ti
assicuro.
E
adesso? Beh, questa è un’altra storia.
La
vostra Zia Cin
2 commenti:
ciao zia cin! seguo il tuo blog, davvero complimenti! e con le regole sull'università mi hai fatto morire...troppo vero!!!
Ciao Anonimo! Ti ringrazio, troppo gentile!Certe cose accomunano un po' tutti, solo che quando ci capitano crediamo di essere gli unici sfigati. Ecco, qui condividiamo in nostro mal comune, che alla fine diventa, come in questo caso, un mezzo gaudio. Passa di qui quando vuoi ;)
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